I 5 ingredienti della buona scrittura


Scrivere è impossibile senza
conoscere le basi della narrativa.

Avevo buttato giù qualche semplice regola per allenare la scrittura, ricordi?
Oggi vorrei parlarti invece di come usare gli ingredienti giusti per scrivere bene: la buona narrativa è quella che riesce a toccare in profondità prima lo scrittore e poi il lettore.

Prima di entrare nel merito dei singoli “ingredienti”, ricorda che la prima cosa da fare è scegliere il genere della tua storia, e poi usare qualche piccolo trucchetto per capire se possa essere interessante o meno da scrivere (per esempio con una scaletta narrativa).
Può capitare, infatti, che una storia che nella mente sembrava originale e avvincente diventi scialba e piatta una volta messa nero su bianco.

Infine, è bene sottolineare che per scrivere bene è necessario conoscere la tecnica e la teoria (ricordi le tre T?) ma che non bisogna esagerare; di tanto in tanto è utile farsi trascinare dalla creatività, ignorando per un po’ le regole.
Perché dico questo? Nel mio lavoro ho conosciuto aspiranti decisi a ignorare qualsiasi forma di regola o tecnica narrativa e altri, all’opposto, ossessionati da questo o quel trucco narrativo, dalla quantità di parole presenti in ogni frase, paragrafo o capitolo.
Come in ogni cosa, l’approccio che consiglio è quello che sta nel mezzo!

Veniamo agli ingredienti di una buona storia: leggi con attenzione e prova a capire se la tua “ricetta” è già perfetta così o se puoi migliorare il risultato aggiungendo un pizzico di sale qua e là.

1: LA DOMANDA CENTRALE

Potremmo definirla come la portata principale: è lo scopo di una storia, la domanda attorno alla quale ruota la vicenda narrata.
Per prima cosa dovrai averla chiara in mente tu stesso: è essenziale che lo scrittore non la perda mai di vista.
In un giallo, la domanda centrale potrebbe essere quella che chiede l’identità dell’assassino; in un romanzo d’amore, potrebbe essere il destino di una coppia; per una storia d’azione, potrebbe essere se il protagonista ce la farà a scampare a tutti i pericoli che la vita gli para innanzi; e così via.

Questo è uno degli ingredienti più importanti: in mancanza della domanda centrale, la storia non avrà capo né coda.
La domanda centrale si lega al “perché” un personaggio fa ciò che fa, il cuore di ogni evento, le motivazioni che spingono i protagonisti ad agire e al raggiungimento dell’obiettivo finale.
Se manca il “perché”, è lo stesso scrittore a non conoscere i personaggi o le loro motivazioni; la storia ne risulterà solo un’accozzaglia di parole che non portano da nessuna parte.

2: EQUILIBRIO e compattezza

Ogni evento o scena della storia dovrà avere una sua importanza: evita riempitivi fini a sé stessi o i cosiddetti “allungamenti di brodo” che non giovano alla storia né alla pazienza del lettore.
Gli elementi principali di questa compattezza narrativa sono:

Trama: un problema centrale (si collega all’ingrediente 1) attorno a cui ruotano una serie di complicazioni che rendono difficile l’eliminazione del problema. La storia si apre di solito con un disequilibrio, un evento che spinge i personaggi a muoversi per riportare l’equilibrio intaccato. In senso narrativo, l’equilibrio porterà ad avere un problema di non facile soluzione, o la storia sarà scialba; allo stesso modo il problema non potrà essere impossibile da risolvere (o accettare), o non si arriverà a un finale degno di tale nome.

Personaggi: i protagonisti della storia dovranno avere un’evoluzione, un cambiamento, una crescita. Al riguardo ho scritto una serie di articoli sugli archetipi letterari, che potranno aiutarti a costruire personaggi di spessore.

Ambientazione: il mondo in cui si muovono i personaggi e all’interno del quale la trama si dipana dovrebbe essere ben riconoscibile, vivo.

Una storia efficace non contiene insomma personaggi inutili, eventi superflui o ambientazioni nebulose.

3: EMPATIA con il lettore

Il primo scopo della scrittura è portare in un altro mondo.
I tuoi lettori non vogliono pensare ai problemi quotidiani, a quanti soldi siano rimasti sul conto in banca, ai problemi di salute o alla suocera. Vogliono essere portati via e vogliono crederci, immedesimarsi.
Il tuo compito è creare coinvolgimento, un mondo che faccia svanire la realtà.
Per usare bene questo ingrediente, c’è bisogno di un misurino: le emozioni. Esagerare vuol dire scadere nel melodrammatico, essere troppo parchi significherà scrivere una storia senz’anima.

Usando quest’ingrediente al meglio, la storia persisterà nella mente del lettore per molto tempo e andrà oltre le vicende narrate, sviluppando una risonanza unica. Quando terminerà la lettura e uscirà dal mondo del libro, proverà soddisfazione e un senso di perdita, come se stesse salutando un vecchio amico sulla soglia di casa.

4: Difficoltà e conflitti

Tutti gli ostacoli che i personaggi incontreranno sul loro cammino daranno un senso alla storia solo se legati con i primi tre ingredienti e solo se porteranno all’ultimo.
Per conflitti non si intende solo il “cattivo” della storia o i vari avversari che potrebbe incontrare il protagonista, ma anche conflitti interiori, dilemmi e paure.

5: Finale soddisfacente

Nella trama avevo accennato alla “conclusione” e alla risoluzione del problema.
In un finale soddisfacente non è detto che il problema centrale sia risolto, ma la trama deve necessariamente concludersi.
Cosa intendo con questo?
Che la tensione accumulata deve essere annullata: un finale può essere aperto o chiuso, violento o dolce, ma dovrebbe far scoppiare tutta la tensione e le emozioni accumulate come una bolla di sapone.

Un finale che non soddisfa lascia l’amaro in bocca al lettore, una sensazione di incompiutezza che non riguarda solo la storia, ma anche l’equilibrio delle emozioni interiori.
Un finale che funziona rimane impresso in modo indelebile nella mente del lettore, e potenzierà l’effetto empatico di tutta la storia.

La ricetta giusta

Sarò sincero. Non esiste.
La ricetta giusta in narrativa non esiste e non esisterà mai; se qualcuno millanta di sapere come scrivere un best seller in dieci passaggi, è un buffone.
Gli ingredienti che ti ho descritto sono solo strumenti in mano allo scrittore. Starà a te dosarli e usarli al momento giusto, nella quantità giusta… giusta per la tua storia e non per qualsiasi storia!
Ricorda che un ingrediente usato male, o peggio al momento sbagliato, rovinerà il risultato proprio come farebbe in cucina.

La scrittura creativa non è una formula da conoscere, ma un luogo da esplorare.
Adesso va’ e scopri, sperimenta, osa.
Se dovessi avere bisogno di un copilota, di qualcuno che ti indichi le strade più adatte da seguire e il dosaggio degli ingredienti, contattami.

Buona scrittura, e buona esplorazione!

2 risposte a “I 5 ingredienti della buona scrittura”

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