Lo Stile, questo sconosciuto


Che cos’è lo stile? Una sola parola, mille significati.

Si usa nei giudizi di qualsiasi tipo per manifestare un valore assoluto: “lui/lei ha stile”.
Un fuoriclasse nella creazione musicale ha stile.
Un grande pittore che crea un insieme di caratteri figurativi ha stile.
Uno sportivo che esegue un esercizio in modo corretto ed elegante ha stile.

E nella scrittura? È un aspetto costante, un punto fermo, una modalità unica di esprimere concetti e pensieri, un certo modo di porsi nei confronti del lettore, particolari scelte lessicali e sintattiche.
È la teoria fusa alla pratica. La tecnica fusa al talento (ricordi le tre T?).

In questo articolo cercherò di farti riflettere su alcuni punti relativi alla teoria e alla tecnica che potrebbero aiutarti a creare uno stile. Per metterli a frutto ci sarà bisogno di tanto allenamento.
Considera inoltre che in un articolo così breve non è possibile affrontare tutto quello che riguarda lo stile, ma è importante che cominci a riflettere su quello che puoi migliorare della tua scrittura.
Saranno consigli generici, validi per tutti: se vuoi qualcosa di più specifico, dai un’occhiata ai miei servizi.

L’attività dello scrivere è assimilabile a qualsiasi altra attività ripetitiva. Guidare, andare in bicicletta, allenare i muscoli.
Facendolo regolarmente, ogni giorno, migliorerai volente o nolente; i movimenti (le parole, le  costruzioni sintattiche, in questo caso) risulteranno fluidi e automatici.

Tieni bene a mente che tutto quanto verrà detto e consigliato ha come base la grammatica italiana corretta. Immagina la grammatica come le fondamenta.
Su quelle, potrai costruire quello che vuoi, perfino un castello, se sono robuste. Ma se le fondamenta sono deboli, cederanno al primo muro che proverai a tirare su, e sarà tutta fatica sprecata.

Cominciamo!

Punteggiatura

La punteggiatura è un elemento fondamentale non solo della scrittura in generale, ma dello stile di ogni scrittore. Ho trattato l’argomento in un articolo ad hoc, perché la punteggiatura lo merita!

Costruzione delle frasi

Ti starai chiedendo perché ho parlato così tanto della punteggiatura, tanto da farne un articolo a parte. L’ho fatto perché la punteggiatura ha un effetto immediato sulla costruzione delle frasi, che è il secondo elemento che forma lo stile.
La sintassi, infatti, non si risolve nella punteggiatura ma sconfina nella grammatica e nelle sfumature anche minime che concorrono a formare una frase.
Per comunicare qualcosa possiamo costruire la frase in molti modi, cambiando i rapporti tra le funzioni senza cambiare una virgola di quello che vogliamo comunicare.
Sulla costruzione delle frasi si scende nel tecnico e scriverò un articolo dedicato prossimamente, così che chi voglia approfondire potrà farlo con calma.

ACCAPO

Pensi che non serva, tutto sommato, andare a capo? O che è bene lo si faccia ogni tanto, solo per evitare l’effetto “muro di testo”?
Sbagliato e sbagliato.
Se usati bene, gli accapo sono una vera manna per lo scrittore e il suo stile. Una risorsa unica.

Andare a capo rappresenta una pausa molto forte, da aggiungere al punto. Vuoi rendere palpabile la tensione e adrenalinica l’atmosfera? Una scena concitata, o definitiva? Bene, allora usali, anche in maniera smodata (per brevissimi tratti di testo, s’intende).
Ricordati di usarli, però, anche per un cambio di scena.
O di pensiero.
Oppure quando, semplicemente, cambi argomento.

Abbigliamento del linguaggio

Una volta padroneggiata la punteggiatura e gli accapo, potrai giocare a piacimento con le pause, dando l’effetto che vuoi alla tua storia.

Ma ancora più importante è “vestire” la scrittura. Agghindala come meglio credi, magari con qualche termine che ami usare, o strutture sintattiche particolari e per questo facilmente riconoscibili.

Attenzione: evita di farcire il testo di termini strani, troppo ricercati, sconosciuti o poco usati. Non devi sforzarti di far capire al lettore quante parole difficili conosci e non devi costringerlo a cercare sul vocabolario due parole a pagina per tutto il romanzo.
Evita parole lunghe se le vuoi inserire solo perché lo sono; lo stesso discorso vale per quelle meno conosciute o difficili da pronunciare… o leggere.
Evita barocchismi: punta all’eleganza, alla semplicità (che non significa povertà di vocabolario!).

  1. La prima regola dovrebbe essere di usare la prima parola che ti viene in mente, se rileggendo ti accorgi che è quella più adatta e precisa. Se non lo è, allora puoi ricorrere ai sinonimi, ma cerca di non abusare di questo meccanismo e soprattutto di avere sempre chiaro nella tua testa quello che vuoi comunicare.

  2. La seconda regola è quella di omettere parole inutili (si lega perfettamente alla precedente, se ci pensi un attimo). Questa regola è molto importante per la revisione di un testo, perché i vocaboli difficili, troppo generici o inadatti sono i primi a dover essere eliminati.

Non sottovalutare l’importanza del vocabolario

O di queste regole, che ti potranno sembrare banali (le buone regole lo sembrano sempre!) perché parola su parola creerai una frase.
Frase su frase, un capoverso… e poi una pagina, e così via. Importante, quindi, non è solo l’unione delle parole, ma anche l’unicità di ognuna di loro. Non dimenticarlo.

E non dimenticare nemmeno che la semplicità e la ricchezza del vocabolario sono direttamente collegabili alla leggibilità e alla fluidità del testo. Devi essere comprensibile per tutti, quando scrivi.
Non puoi accollare al lettore un lavoro di decifrazione, oppure costringerlo a rileggere tre volte quello che hai scritto prima di comprendere.
Non stiamo parlando di manuali tecnici, ma di scrittura creativa!

Per finire, sullo stile in generale: non pensare, per favore, solo ai grandi del passato e al loro modo di scrivere (devi prenderli come spunto, imparare da loro,  non copiarne lo stile).
Non paragonare mai il tuo stile ai grandi scrittori d’altri tempi… rimani nel nostro!

E adesso vai a scrivere. Allenati, sperimenta, cerca la tua voce.
Buona fortuna!

3 risposte a “Lo Stile, questo sconosciuto”

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