Casa editrice o Self Publishing? È questo il problema


Il primo passo di chi ha finito di scrivere un romanzo si riassume nella domanda:

E ora che faccio?”

Muoversi in questo mondo è difficile per chiunque e soprattutto per chi non ci abbia bazzicato almeno per un po’: una vera e propria giungla.

Lo è anche per i più esperti. Per aiutarti a chiarirti le idee, da oggi inserirò pian piano una raccolta di consigli utili e di step da seguire per poter arrivare alla tanto agognata pubblicazione.

In questo primo articolo mi concentrerò sulla scelta iniziale: pubblicazione tradizionale (cioè casa editrice) o self publishing?
Entrambe hanno dei pro e dei contro; dipende da quello a cui aspiri tu e quali necessità hai. Vediamo insieme quali sono.

EDITORIA TRADIZIONALE – Casa EDITRICE
Pro
  1. È basata su un sistema ben preciso e collaudato (che poi questo possa funzionare male è un altro discorso).

  2. Teoricamente* dovrebbe affiancare/sostituire l’autore nella fase di pre-pubblicazione (correzione di bozza, editing, impaginazione, grafica di copertina) e fornire questi servizi in modo del tutto gratuito.

  3. La casa editrice si occupa interamente della fase di pubblicazione (cartacea o digitale).

  4. Teoricamente* dovrebbe affiancare/sostituire l’autore nella fase di post-pubblicazione (promozione, distribuzione, vendita) in modo del tutto gratuito.

  5. La media e la grande editoria hanno a disposizione mezzi quasi (attenzione al quasi) mai raggiungibili dal singolo autore che si autopubblica.

  6. È possibile pubblicare senza spendere nemmeno 1 euro e anzi è possibile guadagnare un anticipo sui libri, spesso conteggiato in migliaia di euro (vale solo per media e grande editoria).

  7. Ha un marchio riconoscibile; il lettore medio è rassicurato dalla sua presenza e acquista più facilmente libri editi da case editrici, soprattutto se conosciute.

*Ho scritto “teoricamente” perché può capitare che molte piccole Case Editrici non facciano (o sappiano cosa sia) editing, né sono grafici o correttori di bozze professionisti, ma si improvvisano tali. La stessa cosa vale per il post (promozione): tutto fatto con poca professionalità. Questa non è la regola, ma visto il numero di piccole Case Editrici (superiamo la migliaia, in Italia) è facile trovarne di questo tipo.

CONTRO
  1. La piccola editoria non ha molti mezzi per valorizzare un libro di un esordiente, quindi il punto 4 risulta spesso sotto le aspettative. Attenzione: questo non succede perché i piccoli editori sono brutti e cattivi, ma per le falle del sistema in sé.
    La media e la grande editoria riesce spesso a superare questi ostacoli, ma non è sempre detto che sia così: un libro può passare in sordina che sia pubblicato da PincoPalla Edizioni, da Mondadori, Marsilio o altro; dipende da quanto la Casa Editrice abbia intenzione di investire sull’autore (sono decisioni di natura aziendale, fatte per profitto; la grande Casa Editrice è un’azienda vera e propria e questo non dovrebbe mai essere dimenticato).

  2. È possibile che la piccola casa editrice cui ti rivolgi non sia seria e professionale come ami pensare, o che richieda dei contributi per i servizi al punto 2 o 4 dei Pro. Consiglio sempre e comunque di evitare qualsiasi Casa Editrice che chieda contributi, che sia per per editing, correzioni varie, impaginazione, i cosiddetti “contributi per la promozione”, eventuali gettoni per valutazione e lettura, o ancora contributi per accedere all’associazione e chi più ne ha più ne metta. Ricorda che un vero Editore non chiede mai a un suo autore di pagare. Mai!
    Visita siti come quello del Writer’s Dream per informarti su una Casa Editrice prima di firmare qualsiasi contratto.

  3. Basso potere decisionale da parte dell’autore (a partire dal prezzo di copertina, per esempio).

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Self PUBLISHING
Pro
  1. Offre molte soluzioni alternative. Puoi affidarti a piattaforme POD (Print on Demand) e/o POS (Print on Sale) o fare tutto da solo, letteralmente.

  2. Le piattaforme di Self publishing possono affiancare/sostituire l’autore nella fase di pre-pubblicazione (correzione di bozza, editing, impaginazione, grafica di copertina) o post pubblicazione (promozione, vendita, distribuzione) nel caso vi affidiate a piattaforme POD o POS.

  3. Margini di guadagno molto più alti per l’autore esordiente. Basti pensare all’offerta di KDP select di Amazon.

  4. Alto potere decisionale da parte dell’autore in tutte le fasi del processo.

CONTRO
  1. Bisogna fare tutto da soli, o quasi (dipende dalla tua scelta di affidarti o meno a piattaforme POD o POS). Per farlo, dovrai quindi imparare a impaginare un testo, creare un ebook, capire quali piattaforme online possono distribuirti ecc. (un esempio su tutti, Amazon con il servizio Kindle Direct Publishing).
    Perché è un contro? Perché non è da tutti saper fare bene le cose da soli; soprattutto in questo campo così caotico.

  2. Richiede un investimento iniziale, che può essere minimo, di poche decine di euro per i semplici servizi POS o POD, e può arrivare a migliaia di euro nel caso si diventi editori di sé stessi.

  3. Non ha un marchio riconoscibile come avviene per la pubblicazione tramite casa editrice, e spesso un libro pubblicato in self viene snobbato a prescindere, anche se non ce n’è ragione apparente.

  4. Se non ci si impegna a fondo, è probabile fare un buco nell’acqua (vale anche per l’editoria tradizionale, ma per il Self vale il doppio).

Bene, ci sarebbe molto altro da dire e approfondire, ma una prima infarinatura te l’ho data. Nel caso avessi bisogno di qualcuno che ti guidi con consapevolezza, sai dove trovarmi.
Al prossimo articolo e soprattutto… buona scrittura!

3 risposte a “Casa editrice o Self Publishing? È questo il problema”

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