Archetipi letterari: l’Eroe


Proteggere e servire, lo scopo dell’Eroe.

Benvenuto al primo degli articoli sui singoli Archetipi letterari.
Se non sai cos’è un Archetipo e vuoi saperne di più, leggi l’articolo introduttivo: Gli Archetipi letterari: un viaggio nella storia delle storie.

Il primo Archetipo è il più famoso, il più sfruttato, il più complesso.
Chi non ha mai sognato di incarnarlo?

Chi è l’eroe

L’Eroe è il protagonista della storia.
Tuttavia, può capitare che questo Archetipo non si incarni solo nel protagonista della storia, ma che influenzi molti dei personaggi secondari o perfino marginali. Un Archetipo Ombra con sfumature eroiche può risultare molto affascinante.
Le funzioni dell’eroe sono moltissime ed è per questo che ce n’è un po’ in ogni personaggio e in ognuno di noi. Nella vita può capitare a tutti di sentirsi degli “eroi” in situazioni quotidiane o particolari; essendo le sue caratteristiche principali il senso di sacrificio e abnegazione, chiunque può immedesimarsi in lui o lei.

La funzione psicologica

L’Eroe rappresenta l’Io, un’identità speciale separata dal gruppo e distinta dal resto dell’umanità, in quanto unica.
È facile comprendere perché sia spesso e volentieri la figura più importante della storia: chiunque ci si può immedesimare, empatizzare o entrarci in sintonia.
La scrittura non fa eccezione: il lettore brama il senso di immedesimazione ed è questo che lo scrittore deve essere bravo a fornire.
L’Eroe rappresenta anche il distacco dalla famiglia o da un luogo sicuro: molte storie prendono forma proprio da una separazione, che dà il via a un percorso di crescita personale che porterà l’Eroe a diventare il vero Sé.

La potenza di questo Archetipo sta nel fatto che la nostra stessa vita è un percorso di crescita costante: tutti noi possiamo immedesimarci nel raggiungimento di un obiettivo finale, non solo fisico ma soprattutto interiore.

La funzione drammaturgica

Le funzioni che ha quest’Archetipo sono moltissime, ma ti parlerò di tutte quelle più importanti che potrebbe avere:

  1. Immedesimazione: l’eroe è una finestra sulla storia. Il lettore vive il racconto  e il mondo che lo abita attraverso i suoi occhi, si fonde con lui ed è invitato a identificarsi in lui;
  2. Incarna impulsi universali e antichi: tutti posso riconoscersi in questo Archetipo, perché impulsi come l’amore, il sacrificio, la rivalsa, la vendetta, la libertà, che spingono l’eroe e muoversi e innescare la storia, sono comuni a tutti noi;
  3. Sono autentici: incarnano sì qualità in cui chiunque può identificarsi, ma anche difetti e conflitti interiori. Un eroe completo può essere coraggioso ma disperato, sicuro di sé stesso ma senza fiducia negli altri, preciso quanto smemorato e via discorrendo. Questo vale per qualsiasi personaggio di spessore ma ancor più per l’Eroe;
  4. Crescita personale: la funzione psicologica nel lettore è anche una funzione drammaturgica; l’eroe impara a crescere durante la storia e lo fa più di tutti gli altri personaggi. Una delle definizioni di protagonista è infatti: “chi cresce di più durante la storia”. Questo punto di vista potrebbe ribaltare la tua concezione di protagonista!
  5. Agire: una delle funzioni più importanti, cioè fare! Smuovere le cose, cambiarle, portarle avanti. Un difetto presente in molte storie è quello di creare personaggi passivi: questo Archetipo è l’esatto opposto, perché è lui che deve compiere l’azione decisiva. Se al tuo protagonista accadono sempre eventi “esterni” sui quali non ha potere tanto da renderlo passivo, cambia storia, perché non funzionerà.
  6. Sacrificio: quest’archetipo non è solo forte e coraggioso (anzi, potrebbe non esserlo affatto!). La sua caratteristica principale è lo spirito di sacrificio, l’abnegazione.
  7. Affrontare la morte: tutti gli eroi si trovano davanti alla morte, ad un certo punto. Una minaccia di morte che non deve essere per forza “fisica”, ma che può essere anche interiore, rappresentata da conflitti interni. È questo il fulcro della vita. Gli Eroi ci insegnano a fronteggiare la morte e a sconfiggerla, o a morire con onore.
I TIPI DI EROI

L’Archetipo Eroe è uno, ma ha moltissime sfaccettature. Vediamone le principali.

  1. Antieroi: non deve essere confuso con “il cattivo”, è solo un altro tipo di Eroe. Può essere anche neutrale, perfino cattivo e spregevole, ma possiede caratteristiche eroiche nelle quali il lettore si immedesima. Sono rappresentati perlopiù dai cosiddetti eroi tragici o eroi feriti. Potrebbero essere odiati, reietti, cinici… o ancora portare cicatrici interiori così estese da non permetter loro di assumere l’Archetipo classico di Eroe.
  2. Eroi riluttanti: sono personaggi dalle caratteristiche eroiche ma pieni di dubbi, incertezze e che cominciano la storia come eroi passivi, per poi essere motivati e, tramite la crescita personale, diventare veri e propri eroi attivi. Potrebbero anche rimanere riluttanti per tutta la storia, ma il rischio è che il coinvolgimento non decolli mai.
  3. Eroi solitari: spesso questa sfaccettatura dell’archetipo spinge l’eroe a tornare dopo molto tempo in un gruppo (quale che sia) o in società. Si sentono a disagio in compagnia e preferiscono la solitudine, e può essere usato in moltissime storie (ad esempio potrebbe essere un detective, o un pistolero, o mille altre cose). Gli eroi solitari possono essere anche riluttanti.

I loro contrari sono versioni più “classiche” e altrettanto valide: eroi determinati in contrapposizione ai riluttanti, eroi orientati al gruppo invece che solitari.

Come hai potuto vedere, questo Archetipo è il simbolo dell’anima in trasformazione, del viaggio che ogni persona intraprende nella vita. Le fasi di questa crescita costituiscono il viaggio dell’eroe, come il viaggio della tua esistenza.
È uno strumento potente: usalo nelle tue storie con più consapevolezza.

Non mi resta che augurarti buona scrittura e darti appuntamento al prossimo Archetipo.
A presto!

10 risposte a “Archetipi letterari: l’Eroe”

  1. Buonasera
    Trovo davvero chiaro e interessante il profilo dell’ eroe da lei descritto; vorrei domandare come considera il protagonista de’La coscienza di Zeno’, se a suo parere possa essere un eroe, con la inettitudine che lo caratterizza, visto che, come lei dice, ‘Un difetto presente in molte storie è quello di creare personaggi passivi: questo Archetipo è l’esatto opposto’ .
    Grazie e buon Natale

    1. Buonasera, Camilla.
      Zeno è sicuramente un eroe atipico e decisamente “passivo” in quasi tutti gli episodi che costituiscono il libro. Solo alla fine (negli ultimi due episodi, mi pare) diventa più attivo, seppur solo in parte. La ribellione al suo medico ne è una prova.
      Stiamo parlando comunque di una gestione molto buona anche di un personaggio passivo come Zeno, che possiamo definire passivo nelle scelte ma molto attivo nella pratica: compie errori di tutti i tipi e cambia gli eventi in continuazione, e in modo decisivo.
      Come vedi esistono diversi tipi di “passività”. L’essere passivo di Zeno è una parte del suo carattere e il motore dell’intera storia; il suo essere “passivo”, però, non è qualcosa che spegne la trama e non coinvolge il lettore, ma l’esatto opposto.
      Quando mi riferivo alla passività dei protagonisti mi riferisco non solo alla poca capacità di compiere scelte (come Zeno) e di farsi trascinare dagli eventi, ma anche all’effettivo appiattimento di trama, che scorre solo grazie ai personaggi di contorno e ad eventi esterni al protagonista. In Zeno non è così.

      Spero di averti soddisfatto con il mio parere al riguardo: ti auguro buon Natale e buone feste!

      1. Ciao Domenico. Ti faccio i miei complimenti per questi brevi articoli sugli archetipi, molto interessanti e esaustivi. Ho letto il libro di Vogler e trovo che i tuoi “riassunti” ne descrivano molto bene i punti salienti in maniera semplice. Inoltre, aggiungi un contributo personale apprezzabile. Complimenti!

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